L’edificio fu costruito agli inizi del Seicento su un terreno dove vi erano alcuni orti e preesistenti fabbricati, nell’isolato tra le attuali via Fazia, Garibaldi, San Tito e Ricasoli.
La costruzione fu possibile grazie ad un’elargizione fatta dal prelato Antonio Bartolini alle monache di Vitalba che, trasferendosi nella nuova sede di Terranuova, avrebbero dato vita al monastero della Santissima Annunziata. Nel 1606, per agevolare la costruzione, fu concesso alle religiose l’appoggio sulle mura e, un secolo dopo, fu loro permesso di demolirne un tratto per ampliare lo spazio della clausura. L’edificio doveva essere praticamente finito all’inizio del 1621 poiché le monache vi si insediarono proprio il primo giorno del mese di gennaio di quell’anno, rimanendovi fino alla metà del XX secolo. Dopo le distruzioni subite durante la Seconda guerra mondiale il complesso è stato radicalmente restaurato e reso idoneo ad accogliere attività e servizi utili a tutta la comunità terranuovese; anche la chiesa attuale, in sostituzione di quella barocca, è opera del dopoguerra. Tra le parti che conservano ancora inalterato l’aspetto originario vi e il bel chiostro dalle forme classicheggianti, caratterizzato da una loggia ad arcate sormontata da un’altra architravata a colonnette sottili, in armoniosa alternanza di pieni e di vuoti. Sull’altare maggiore è stato ricollocato, dopo il restauro, il dipinto raffigurante l’Annunciazione, datato 1616 e firmato da Francesco Curradi.